L’oftalmologia pediatrica si occupa dei problemi visivi dei bambini dalla nascita fino ai 18 anni.
La visita oculistica pediatrica offre all’oculista minori informazioni rispetto a quelle che si hanno
con un adulto.
Spesso non vi è collaborazione (visitare un bambino è complesso) per cui è necessario eseguire test
oggettivi che non richiedano tale collaborazione e che servono per capire, appunto, se vi è un
difetto visivo, se è presente strabismo, o occhio pigro.
Per tale motivo l’oftalmologo pediatra è un oculista che ha una grande conoscenza in questo campo
maturata con numerosi anni di esperienza.
Esiste un periodo critico di “plasticità” durante la maturazione dell’apparato visivo del bambino
(primissimi anni di vita) ed un eventuale intervento terapeutico, in questo periodo, può modificare
favorevolmente le capacità funzionali dell’occhio e della funzione visiva.
Alcune alterazioni dell’apparato visivo presenti nell’infanzia possono condizionare in maniera
notevole lo sviluppo psicomotorio e per questo motivo è importante la diagnosi precoce.
Quando fare la visita oculistica?
Alla nascita se esistono condizioni di rischio o patologie malformative generali (infezioni durante la
gravidanza, prematurità, malattie ereditarie oculari).
All’età di 6-7 mesi se presente strabismo.
All’età di 3 anni per evidenziare eventuali difetti refrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo),
ambliopia (occhio pigro, incidenza 2-3% della popolazione) ed alterazioni della motilità oculare
(strabismo).
All’età di 5-6 anni prima dell’ingresso nella scuola dell’obbligo. In questo periodo risulta
particolarmente significativo il ruolo di genitori e insegnanti che devono essere vigili e non devono
esitare a consultare l’oftalmologo pediatra se il bambino ha difficoltà a vedere alla lavagna, si
stanca eccessivamente a leggere, si rifiuta di leggere, accusa un evidente ritardo rispetto a gli altri
nella lettura, lamenta mal di testa.
Successivamente i controlli saranno consigliati specificatamente dall’oftalmologo pediatra.
Alcune volte la visita va eseguita precocemente anche se il bambino presenta: posizione anomala
del capo, se presenta strabismo, se presenta un riflesso strano nella pupilla (leucocoria), se vi è una
differenza di grandezza tra le due pupille(anisocoria), se gli occhi del bambino sembrano
eccessivamente grandi (glaucoma), se il bambino presenta occhio rosso o fotofobia, se la palpebra è
abbassata (ptosi), se ha cefalea( i disturbi di tipo astenopeico, cioè l’eccessivo sforzo per mettere a
fuoco le immagini, possono spesso essere confusi dal bambino, che non sempre riesce a descrivere
con precisione il proprio disagio), se in famiglia qualcuno porta gli occhiali o ha gravi problemi
visivi, se in famiglia è presente glaucoma, cataratta congenita o cheratocono, se il bambino si
avvicina molto alla televisione, se presenta anomalie del comportamento quali sguardo assente,
difficoltà nel seguire oggetti in movimento, difficoltà nell’afferrare gli oggetti, cadute frequenti,
difficoltà nell’evitare gli ostacoli, avvicinamento esagerato per guardare gli oggetti.
E’ sempre opportuno ricordare alcune cose: gli occhiali non fanno guarire dai difetti di vista,
guardare la televisione o il cellulare non fa male di per sé, ma bisogna educare i bambini a non
trascorrervi troppe ore al giorno e ad evitare un impegno visivo troppo ravvicinato. Esiste, inoltre,
una ereditarietà dei difetti visivi, per cui è sempre opportuno non rimandare la visita oculistica dei
piccoli pazienti soprattutto se ci sono già in famiglia dei casi di difetti di vista.
La familiarità per patologie oculari è sicuramente uni elementoimportante che spinge alla visita
oculistica in età precoce. Se i genitori o i nonni soffrono o hanno sofferto di disordini agli occhi ad
esordio infantile, è bene che il vostro bambino sia valutato precocemente, per discriminare la
presenza di problematiche spesso asintomatiche. Il bambino, infatti, ha meccanismi di adattamento
formidabili. Egli è in grado di muoversi bene nello spazio anche in presenza di importati deficit
visivi.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un’anticipazione genica di alcuni errori refrattivi. È quello
che è successo con la miopia. Quando i nostri nonni erano piccoli, era molto improbabile vedere un
bambino indossare gli occhiali. I lavori più manuali ed il maggior tempo speso all’aria aperta erano
allora fattori protettivi per lo sviluppo di difetti di vista. Oggi invece, complici il maggior stimolo
da vicino (tablet e telefoni cellulari utilizzati come stimolo fin dai primi anni di vita), il maggior
tempo dedicato allo studio e le ore passate nella penombra di spazi chiusi, hanno favorito
l’insorgenza della miopia fin dai primi anni di vita. La miopia non è di per sé un difetto
preoccupante ma, se presente in valori elevati, va comunque corretta fin dai primi anni per un
adeguato sviluppo della funzione visiva.
Siti a cui fare riferimento:
www.siop-ispo.com
www.sipps.it: Oculistica in età evolutiva
info@greenvision : Gli occhi del bambino